Avverti un dolore nella parte anteriore del ginocchio dopo essere stato seduto un po’ di tempo o nel salire o scendere le scale?

  • Ortopedia   •   22 Settembre 2019

Potresti soffrire di condropatia rotulea.
Che cos’è la condropatia rotulea o femorolotulea?
È una condizione caratterizzata, oltre che dal dolore, anche dalla progressiva degenerazione della cartilagine situata sul lato interno della rotula e o dalle troclea femorale (cartilagine rotulea)
La condizione scatenante della condropatia, è la sindrome femoro-rotulea, che insorge all’alterazione del meccanismo di funzionamento dell’articolazione tra la rotula e femore.

In questo breve articolo, il dott Paraskevopoulos Alessandro, medico chirurgo specialista in Ortopedia e traumatologia ci illustrerà la sindrome femoro-rotulea e come è possibile curarla.

La continua flessione (piegamento) del ginocchio è una delle azioni che porta all’usura della cartilagine, compromettendo la normale funzionalità del ginocchio.
Naturalmente possono contribuire altri fattori: «La rotula, quando il ginocchio si flette, scorre a contatto con il femore. Per far scorrere la rotula è presente un avvallamento nella parte distale (più bassa. ndr) del femore, la troclea femorale. In questa sede la rotula è mantenuta “ferma” dal muscolo quadricipite femorale. Se questo meccanismo è alterato, ecco che la cartilagine che riveste la parte posteriore della rotula o quella femorale può andare incontro a usura», spiega il dottor Paraskevopoulos.

Quali possono essere le cause della sindrome femoro-rotulea e della condropatia?

Le cause possono essere diverse, e possono riguardare i diversi tessuti dell’articolazione.

«Un muscolo quadricipite non abbastanza robusto, ad esempio, non riesce a mantenere la rotula in sede e così l’osso tende ad andare all’esterno o all’interno, consumando così le cartilagini».

Naturalmente l’età è un fattore non modificabile: il processo di usura delle cartilagini è lento e associato all’utilizzo che il paziente fa dell’articolazione, e cresce con il progressivo aumento dell’età.
L’età però, non è l’unico fattore scatenante. Abbiamo evidenza di ragazzi anche molto giovani che non avendo una corretta “igiene posturale” vanno incontro a questa problematica che può anche limitare la normale routine quotidiana a seconda della severità.

Ci sono quindi fattori che accelerano questa tendenza: «Il continuo sovraccarico dell’articolazione con la rotula che entra in contatto con il femore quando il ginocchio è flesso. Il sovraccarico è tipico di alcune discipline sportive come sci, pallavolo o calcio.
Si verifica in pazienti che stanno molto seduti (impiegati, autotrasportatori…) i quali tengono per molto tempo flesso il ginocchio e magari adottano per prolungati periodi una posizione scorretta, la quale poi non si limita più alle articolazioni degli arti inferiori, ma può ripercuotersi su tutto il rachide ».

«Tra gli altri fattori abbiamo distrazione trocleare, vizi dell’asse meccanico (ginocchia vare o valghe) o il piede piatto. Ad esempio le ginocchia valghe (se non vengono trattate nelle età corrette) con il ginocchio non in asse, ma spostato verso l’interno, oppure avere il piede pronato (che tende verso l’interno del corpo)».

Anche i traumi del ginocchio possono compromettere la funzionalità dell’articolazione?

«Direi proprio di sì. Prendiamo ad esempio un ginocchio instabile per via della lesione o rottura del legamento crociato anteriore: se non è ben trattata la lesione, la  Tuttavia, se il quadricipite è sufficientemente forte, il ginocchio potrebbe guadagnare stabilità».

Il ruolo della muscolatura è fondamentale, dunque. Ecco perché, in caso di sindrome femoro-rotulea, il lavoro sulla muscolatura è una parte importante del recupero: «Avere un buon equilibrio muscolare aiuta a tenere stabile la rotula, senza dimenticare la parte posteriore della coscia ».

Sempre in caso di indebolimento del tono muscolare si può ricorrere al taping «applicando dei cerotti che assistano la funzione meccanica dell’articolazione o che diano stimolo propriocettivo per mettere la rotula nella giusta direzione»

I tempi di recupero sono lunghi almeno un paio di mesi, sebbene il dolore venga trattato in tempi più brevi: «Se è necessario sovraccaricare un minimo l’articolazione si può, nel frattempo, indossare una ginocchiera con foro rotuleo nel caso in cui la rotula sia davvero mobile. Se invece si è atleti o sportivi è bene prestare attenzione alle calzature e, nel caso, di squilibri di appoggio si può valutare l’indicazione a correzione con plantari personalizzati », suggerisce lo specialista.

Cosa fare invece per la cartilagine?

«Un esercizio utile è la pedalata sulla cyclette con la sella alta, così non si arriva a completare la flessione del ginocchio, non si impatta sull’articolazione e si stimola la produzione del liquido sinoviale che mantiene l’omeostasi dell’articolazione. Per nutrire la cartilagine possono essere benefiche anche le infiltrazioni di acido ialuronico o di un latro farmaco per trattare l’infiammazione. È bene ricordare che l’autodiagnosi non è la strada corretta da percorrere. Lo specialista ascoltando le problematiche che riferisce il paziente, ed effettuando un’adeguata e approfondita visita, a corollario può prescrivere esami diagnostici per individuare la causa della disfunzione (ex: RX tradizionale o RMN)»

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